di Danilo GALDINO

“Confusione! Confusione, tu vorresti imbalsamare anche l’ultima è più piccola emozione. Confusione…”
Tanta, troppa confusione aleggia nella nostra testa, in quella del Mister Inzaghi e in quella di molti giocatori. Confusione che impedisce di essere lucidi ed equilibrati, che non ci trasmette certezze su ciò che sta accadendo nelle ultime due settimane. Nel giro di qualche settimana siamo passati da una prestazione esaltante e una vittoria a Marassi contro la Sampdoria, a un pareggio ingiusto nel derby, a due sconfitte deludenti con avversari come la Spal ed il Cluj, ad una buona vittoria in casa contro il Parma, fino ad arrivare alla partita persa ieri sera contro la capolista Inter.
La Lazio nostra non ha giocato male come nel secondo tempo di Ferrara, anzi nonostante la rete subita su un’incertezza di Strakosha e Jony, ha reagito e fatto la partita, ha provato in tutti i modi a recuperare lo svantaggio, ma ha trovato sulla sua strada un Hamdanovič in serata di grazia.
Alcune scelte fatte dal Mister hanno lasciato più di qualche dubbio, tra chi è spettatore ed osserva dal di fuori, senza sapere i reali motivi di certe decisioni.
Perché Lucas Leiva non ha giocato dal primo minuto? Perché non stava bene fisicamente.
Perché Lulic non ha giocato dal primo minuto?
Perché era stanco e giocherà domenica più riposato.
Perché Radu non ha giocato? Perché Radu aveva la febbre.
Perché Immobile non ha giocato dal primo minuto? Perché lo abbiamo visto al suo ingresso in campo il vero motivo di questa esclusione.
Perché è stato sostituito Caicedo che era stato tra i migliori in campo? Perché aveva un affaticamento ai flessori.
Perché Sergej è stato fatto uscire? Perché aveva un affaticamento ai polpacci.
Perché è stato cambiato Luis Alberto quando bisognava recuperare lo svantaggio? Perché non ne aveva più. Queste sono le risposte ad alcune domande che ci siamo fatti un po’ tutti nelle ultime dodici ore.
Confusione che alimenta ancor più confusione e delusione.
La confusione genera l’imprevedibilità, che non permette di avere un quadro chiaro di questa prima parte di stagione. I risultati anche in questa quinta giornata di campionato hanno rimesso tutto e tutti in gioco creando una classifica ancora più corta dove quasi tutte le squadre sono appaiate in pochi punti.
L’Atalanta che sbanca l’Olimpico, il Napoli che cade in casa contro il Cagliari, la Fiorentina che vince la sua prima partita e inguaia la Sampdoria di Di Francesco, il Lecce che espugna il campo della Spal.
Come sempre qualsiasi discorso si risolverà all’ultima giornata e la differenza la farà una rete, un episodio, un punto o uno scontro diretto vinto, proprio come nelle scorse stagioni. Un pareggio o una vittoria acciuffate all’ultimo minuto potrebbero cambiare le sorti di un’intera stagione, quello che a caldo può essere accolto come un risultato deludente, potrebbe risultare determinante nei minuti finali del campionato. Ieri sera la Lazio nostra avrebbe meritato di tornare a casa con almeno un punto in tasca, ma così non è stato. Perdere 1-0 in casa dell’Inter di Conte e Lukaku ci può anche stare e non può essere considerata un’onta vergognosa, ma questa discontinuità di risultati sta facendo perdere certezze a molti.
C’è tanta confusione e delusione, perché non si comprende la metamorfosi e l’involuzione di alcuni nostri giocatori.
Forse il Mister Inzaghi ha sbagliato le sue valutazioni e si è incartato in queste ultime due settimane in un turnover poco efficace e redditizio. Forse Ciro Immobile nonostante le quattro reti segnate nelle prime cinque partite, non sta attraversando un periodo brillantissimo ed è tra i più nervosi e insofferenti. Forse Correa continua a palesare i soliti limiti di imprecisione e scarsa freddezza ogni volta che si trova davanti al portiere avversario, ma sul suo talento nessuno può avere dubbi.
Forse le ultime incertezze di Strakosha hanno riproposto i soliti interrogativi sulla sua affidabilità nelle uscite, nel giocare con i pedi e nel guidare la difesa.
Forse il deludente Jony visto ieri non può ricoprire il ruolo di quinto di centrocampo nel 3-5-2 e coprire tutta la fascia, perché ha sempre giocato come esterno alto di un tridente d’attacco.
Forse le scelte della società durante il mercato non hanno pienamente convinto e soddisfatto una piazza che si aspettava qualcosa di più in termini qualitativi e quantitativi.
Forse, forse, forse… quante ipotesi e considerazioni più o meno giuste e condivisibili, stanno generando confusione e incertezze in tutti noi.
Non esiste una partita fondamentale o cruciale, saranno tutte importantissime e determinanti. La sfida di ieri sera a Milano contro l’Inter, non vale di più di quella che si giocherà domenica alle 15:00 contro il Genoa o che si è giocata contro il Parma o la Spal. Ogni partita per noi e per tutti i nostri avversari avrà un peso ed un valore in questa lunga corsa e la somma di ogni singolo punto porterà in Paradiso o in Purgatorio.
Non serve fare troppi calcoli o previsioni a medio lungo termine, ora come ora bisogna solo credere e lottare, loro in campo e noi sugli spalti, mettere tutto quello che abbiamo in corpo cercando di mantenere quella lucidità che in queste situazioni fa la differenza.
Adesso bisogna resistere e stringere i denti, adesso bisogna resistere e andare avanti senza tentennamenti, adesso bisogna resistere e combattere.
Resisti e fagli sentire che esisti…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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