di Danilo GALDINO (foto Roberto PROIETTO)
“Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno, ma sognare di più, sognare tutto il tempo…”
Aveva ragione Marcel Proust, se qualcuno vi dice che sognare sia sbagliato e rischioso, non rimane altro che aprire bene gli occhi e continuare a sognare con ancor più intensità.
Sognare è ciò che la nostra Banda Inzaghi ci sta facendo fare da dieci partite di fila, vederla lottare fino al triplice fischio dell’arbitro ti permette di sognare, venderla battere tutti in trasferta e in casa ti permette di sognare, vederla entrare nella storia biancoceleste con indosso la stessa maglia che nel 1998/99 ci regalo ben nove vittorie consecutive ti permette di sognare, vederla battere il Napoli all’Olimpico come non accadeva da otto anni e infrangere l’ennesimo tabù dopo il Milan a San Siro e la Juventus in casa ti permette di sognare, vederla a pochi punti dalla squadra bianconera Campione d’Inverno ti permette di sognare.
Il weekend calcistico è stato perfetto: in primis perché abbiamo superato un avversario forte e che ha disputato un’ottima partita, poi in queste ultime 48 ore abbiamo preso altri 3 punti di vantaggio all’altra squadra di questa città; due all’Atalanta e all’Inter e tre al Cagliari e il Napoli.
“Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno, ma sognare di più, sognare tutto il tempo…”
Guardando la classifica della serie A ed i numeri da record di questa Lazio nostra non si può non sognare, osservando la classifica marcatori guidata dal nostro Re Ciro con i suoi 20 centri non si può non sognare, controllando le prossime gare da affrontare e gli impegni che ci vedranno protagonisti quasi sempre nel nostro stadio Olimpico non si può non sognare.
Entrando a casa nostra e fissando la straordinaria Curva Nord non puoi non sognare ed emozionarti, sognare e commuoverti, sognare tutto il tempo: ricordando in rassegna tutte le figure più importanti di questi ultimi 120 anni di vita, il tempo sembra fermarsi e tutti noi come per magia catapultati in una dimensione parallela fatta di lacrime e brividi, di successi e vittorie indimenticabili, di tradizioni e estremo senso d’appartenenza.
E allora perché limitarsi a fare calcoli e previsioni più o meno pessimistici, più o meno realistici, più o meno ipotizzabili. Qualsiasi cosa ascolterete o leggerete, la risposta dovrà essere: “Me ne frego e godo, me ne frego e mi vivo il mio sogno accanto a questa Banda di Laziali!”
Il nostro scudetto lo abbiamo già vinto se a qualcuno fosse sfuggito: avere una Lazio di Laziali che incarna e rappresenta perfettamente in campo ciò che siamo tutti noi sugli spalti, è un sogno recondito che desideravamo un po’ tutti.
L’ennesima esultanza di Ciro sotto la Curva Nord è poesia, le lacrime felici di Maurizio Manzini a fine gara sono poesia, l’abbraccio e il bacio del “Prof” Ripert al Mister Inzaghi al triplice fischio è poesia, la palla scaraventata in tribuna per rabbia e gioia irrefrenabile da Danilo Cataldi al termine di una partita tiratissima è poesia, vedere Stefan Radu gettarsi in ginocchio e pregare per il record storico appena conseguito è poesia, abbracciare tutte le persone vicine a te e presenti allo stadio è poesia, vedere sul viso di chi ami lacrime e sorrisi è poesia…
“Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno, ma sognare di più, sognare tutto il tempo…”
Non smettere di sognare e negarti questo incredibile sogno fratello mio, domani pomeriggio inizierà la nostra Coppa Italia contro la Cremonese e quella coccarda tricolore stampata sul petto, ricorda a tutti che quel trofeo è stato alzato da noi a maggio scorso e si trova nella nostra bacheca.
Sabato continueremo a vivere il nostro sogno ancora a casa nostra, ancora al solito posto, ancora dalla stessa parte… quella del cuore.
Arriverà la Sampdoria e servirà uno stadio degno di questa meravigliosa Banda Inzaghi, servirà il tuo cuore e la tua voglia di continuare a sognare, senza farci troppe domande e porvi alcun limite, perché da sempre “Noi oltre…”
Sarebbe bello che ogni slancio di entusiasmo letto sulle bacheche dei social network Laziali in queste ultime ore, si trasformasse in una presenza allo stadio sabato.
Sarebbe stupendo se ogni critica scritta alla fine di un primo tempo o prima del triplice fischio dell’arbitro, si trasformasse in partecipazione e fiducia.
Sarebbe fantastico se chi parlava di mediocrità e oggi è nascosto nella sua tana tetra in attesa di un’eventuale passo falso, si ricredesse e tornasse a tifare la Lazio nostra da qualche settore dell’Olimpico come accadeva un tempo.
Nel frattempo però, chi c’è sempre stato e chi continua ad esserci, si goda questo bel sogno, perché ce lo siamo meritati. Un momento così bello è qualcosa che non ha eguali: altro che il luna park, altro che il cinema, altro
che internet, altro che l’opera. Altro che il Vaticano, altro che Superman, altro che chiacchiere… Il più grande spettacolo dopo il big bang, siamo noi… io e te!
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!