L’avv. Gian Luca Mignogna è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia:
“E’ chiaro che Lazio-Genoa è una partita che risveglia alcuni sentimenti che si collegano per forza allo Scudetto 1915. Con un pizzico di amarezza devo dire che la Superlega è sempre esistita, altrimenti non staremmo qui a parlare ancora della rivendicazione, che con le prove che sono state portate alla luce da tempo avrebbe dovuto avere l’epilogo dell’ex aequo. Purtroppo il problema è sistemico, i signori del calcio storicamente tendono a favorire alcune situazioni, costringendo anche il nostro mister Inzaghi a replicare con grande efficacia. Con il lancio delle pay tv la distanza tra grandi e piccole si è consolidata, anche se una statistica su Milano e Finanza ha evidenziato come il 60% degli adolescenti non considerano più il calcio uno svago primario. La passione per il calcio nelle nuove generazioni va coltivata, altrimenti il ridimensionamento sarà inevitabile. C’è la necessità di arrivare a una riforma culturale, rimettere in primo piano la cultura sportiva, quella del merito che possa riaccendere la passione dei giovani e restituire alle società sostenibilità e solidità economica.”
“La questione Lazio-Torino è ancora molto aperta. Credo che la Lazio di fronte al Collegio di Garanzia invocherà un istituto che è quello della disapplicazione dell’atto amministrativo: questa norma indica che quando un atto amministrativo potrebbe essere viziato (ovvero la decisione della ASL di prolungare la quarantena del Torino) o illegittimo non può essere annullato ma anche il giudice sportivo può disapplicarlo. Se il Collegio di Garanzia ritenesse illegittimo il provvedimento che spostava di 24 ore la quarantena del Torino, allora esso potrebbe essere disapplicato e conseguentemente assegnato il 3-0 a tavolino. Che il comportamento del Torino non sia stato limpidissimo lo ha sottolineato anche il giudice Sandulli, si è parlato di “furbetti” e questa sentenza potrebbe sposarsi con il principio della disapplicazione dell’atto amministrativo.”